Articolo Marco e Angela

NON RASSEGNAT MA STRUMENTI

La dimensione di Chiesa domestica ci ha affascinati fin da quando, all’inizio del nostro cammino di coppia, scoprimmo dalle accorate parole di Mons. Fiordelli che la nostra scelta di vita insieme faceva parte, a pieno titolo, della grande Comunità Ecclesiale, proprio per il nostro essere famiglia, in virtù del Sacramento che volevamo celebrare. In questo periodo di “isolamento” forzato, abbiamo cercato di mantenere la fedeltà ai momenti di preghiera, alla partecipazione alla Santa Messa, all’ascolto e riflessione sulla Parola, seppur con nuove modalità; ma la cosa che, forse in modo più evidente, ci fa riconoscere tutti e quattro Chiesa domestica, è la serenità di fondo con la quale viviamo questo momento. Tutti noi, indipendentemente dall’età (babbo, l’unico che alterna il lavoro tra casa e ufficio, mamma impegnata nella didattica a distanza, e figli, di 19 e 21 anni, impegnati con le videolezioni e studio), ci stiamo rendendo conto che se ci avessero prospettato alcuni mesi fa una convivenza continua, 24 ore su 24, non avremmo pensato di poterla vivere con questo stato d’animo poiché abituati ad altri ritmi ed autonomie. Certo, non mancano piccoli momenti di conflitto ma ci stiamo accorgendo di non sentire frustrazione né angoscia: ci sentiamo docili nel fare la nostra parte per garantire il bene e la salute di tutti, anche oltre i nostri confini. Sia chiaro, non ci sentiamo rassegnati ma “strumenti, certi che al primo posto nella vita di ciascuno di noi (anche se con modalità diverse sia per età che per carattere) troviamo Gesù: Lui è sempre con noi, ci indica la strada, proprio nella quotidianità, e ci chiama a trasmettere questa fiducia e serenità a tutti quelli che incontriamo, anche se solo virtualmente.

Marco e Angela con Alice e Matteo