Articolo Cristina e Paolo

CHIESA DOMESTICA NON E’ SOLO PER PREGARE IN FAMIGLIA

Occupandoci in questi anni di Pastorale Familiare abbiamo avuto conferma di quanta bellezza e ricchezza vi sia nella Chiesa, ma allo stesso tempo, ci siamo resi conto che vi è ancora molto da fare…Soprattutto dovremmo lavorare su quella “inconsapevolezza” presente in tante famiglie nella comprensione della loro importanza per la vita della Chiesa stessa. Abbiamo però potuto constatare che non sono molte le Comunità Parrocchiali dove la dimensione e lo stile familiare sono coltivati e promossi.
E’ la Chiesa, infatti, che dovrebbe essere come la famiglia, perché proprio dalle coppie di Sposi in Cristo è nata la Chiesa. Basta ricordare San Paolo che al cap. 16 della Lettera ai Romani saluta Prisca e Aquila, Andronico e Giunia definendoli “Apostoli” prima di lui. Ed ancora manda i saluti a Filologo e Giulia, e ai loro figli e alla comunità che si riunisce nella loro casa…Insomma tutto nasce in famiglia “culla” della vita ecclesiale!
In questo periodo di Covid, che abbiamo vissuto e che, purtroppo, ci troviamo nuovamente a vivere, si è detto che, finalmente, si è molto riscoperto la dimensione della “Chiesa domestica”. In parte è senza dubbio verto, molte coppie lo hanno detto e testimoniato…ma, a nostro avviso, dobbiamo fare molta attenzione perché “pregare in casa” non è soltanto ritagliarsi del tempo per recitare delle preghiere.
Vi è, infatti, una profonda differenza fra questa modalità di preghiera e quella che dovrebbe essere “caratteristica” di ogni famiglia. Certo, “recitare le preghiere” come ci raccontano i nostri genitori o i nonni, è senza dubbio buona cosa, ma “pregare” forse è altro. Siamo stati educati a “dire le preghiere”, ma è molto più difficile far nascere in casa, in famiglia l’esigenza di comunicare il gusto, la bellezza di stare fra noi e con Gesù. Rischiamo cioè di non approfondire il nostro specifico, accontentandoci solo di “macinare” con le labbra una serie di preghiere e non comprendere la missione di ogni coppia e di conseguenza di ogni famiglia. Dobbiamo riuscire a credere nell’importanza del nostro servizio, stare in casa nostra ma con le finestre aperte, spalancate, perché fuori c’è il mondo che ha bisogno di noi!
Sposi in Cristo, dunque, che pregano testimoniando la loro unità, il loro stile d’amare, l’apertura al servizio e alle necessità di altre famiglie. Ed ecco che, all’interno delle nostre Comunità parrocchiali, la coppia o la famiglia in crisi profonda non sarà più sola. Le difficoltà di due sposi che sembrano allontanarsi saranno le nostre difficoltà. Non ci accontenteremo di osservarle dal di fuori limitandoci a “compatire” l’uno e l’altra (se non addirittura a giudicarne i comportamenti). Non ci allontaneremo dalla famiglia in crisi, ma staremo al loro fianco aiutandoli a sollevare quei tappeti dove spesso per anni viene gettata la polvere che sta soffocando il loro Amore.
Ci auguriamo che con il tempo anche i nostri Parroci riescano a riconoscere il vero ruolo della famiglia e non la considerino solo manodopera per preziosi servizi…Occorre incoraggiare ogni coppia e ogni famiglia a lasciarsi “disturbare da Gesù” per essere testimonianza autentica di quell’Amore infinito che può cambiare i nostri cuori e, sicuramente, il mondo in cui viviamo.

Paolo e Cristina Bandini